Venerdì, 12 0ttobre, il salotto del Clam è stato inondato dalla musica di Debussy, nel corso di una conferenza organizzata dall’Alliance française di Taranto.
Il relatore, il musicologo Giovanni Fornaro, ha messo in evidenza come l’opera del grande musicista, di cui si celebra quest’anno il centenario della scomparsa, si colloca in un clima straordinariamente ricco e stimolante: la Parigi di Verlaine, Rimbaud, Mallarmè, Huysmans. ” Il rapporto con gli ambienti letterari fu assolutamente più importante per la sua formazione di quello con gli ambienti musicali”, ha precisato il relatore, “ il Conservatorio, certo, gli diede una solida preparazione tecnica, ma la più forte influenza ricevuta da Debussy fu quella dei letterati, non dei musicisti”.
La prima manifestazione originale del genio di Debussy arriva tra il 1892 e il 1894, gli anni della composizione del Prélude à l’après – midi d’un faune, illustrazione “molto libera” – come Debussy stesso affermava – dell’egloga di Mallarmè Après – midi d’un faune. È una composizione assolutamente nuova, sia per la concezione formale, sia per la varietà ritmica, sia soprattutto per l’originale uso del timbro; una composizione che esprime la tendenza a superare le funzioni costruttive e dialettiche dell’armonia tradizionale.
Se infatti i primi approcci musicali del compositore si concretizzano sulla scia del confronto con la musica wagneriana, sarà proprio Wagner il modello a cui si ispirerà. Wagner agisce innanzitutto come stimolo alla libertà, come strumento di novità nei confronti della tradizione. Debussy si allontana dal sistema tonale e dai modelli, cimentandosi in esperimenti con la scala cromatica a dodici suoni, con le scale arcaiche di tradizione medievale, con le scale difettive a cinque o sei suoni – di ispirazione orientale – e in genere con moduli melodici formalizzati in sistemi di scale non storicamente codificati.
La serata è stata arricchita dalla lettura del poema di Mallarmé, L’après-midi d’un faune, da parte di alcuni alunni del liceo “Aristosseno.